Il senso della fine di Marianna Crasto
Mentre un’edizione straordinaria del tg annuncia l’imminente fine del mondo e si inizia ad assistere a eccentriche ma prevedibili isterie di massa, la cassiera di un supermercato dell’hinterland napoletano è alle prese con una relazione appena iniziata. Dentro un’apocalisse a bassa intensità inizia così una danza di avvicinamento e allontanamento tra i due, e mentre il pianeta prosegue il suo incontrovertibile conto alla rovescia si srotola un’inesorabile storia d’amore, che saprà dire qualcosa in più di questo mondo che presto non sarà più.
Proposto da Laura Pugno al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:
«Può la fine del mondo, una fine del mondo a bassa intensità – not with a bang but with a whimper, non con uno schianto ma con un lamento, come per il T.S. Eliot di The Hollow Men –, renderci, finalmente, capaci di amare? Al suo primo romanzo, Marianna Crasto – già giovane finalista del Premio Italo Calvino per l’inedito, che negli ultimi anni ci ha dedicato molte intense sorprese e non ultima questa – firma una climate fiction dei sentimenti, dove la degradazione terrestre, di cielo, suolo e acque, improvvisamente diventata e dichiarata irreversibile, trasforma ogni gesto, compiuto o non compiuto, in una incessante linea d’ombra, in una domanda sul destino: come vuoi vivere? come vuoi morire? chi vuoi essere quando manca poco, davvero poco, prima che tutto non esista più? Proprio la domanda che la protagonista, che vive una vita minima – la vita di ognuno di noi? – e giovane, al Sud, in provincia, in un perimetro di gesti rassicuranti nella loro ripetitività, in non-luoghi commerciali dove tutto non-accade e proprio in questo non accadere trova senso, ha sempre cercato di evitare, fino a rendersi conto che a volte la migliore protezione contro un pericolo è andargli dritto incontro. Se l’attaccamento evitante, ansioso o sicuro come da teorie di John Bowlby – attaccamento non solo all’amore, ma alla vita nel senso più ampio o al nostro danneggiato pianeta – fosse un romanzo, sarebbe Il senso della fine di Marianna Crasto.»